Batteria ASUS Eee PC 1201P
- fasophiafrance
- 2016年12月24日
- 讀畢需時 7 分鐘
L'attesa è finita: Ricoh ha finalmente deciso di colmare il gap tra le reflex APS-C e la medio formato 645, introducendo la nuova reflex 35mm Pentax K-1. Lo ha fatto, come sempre, a modo suo, creando un prodotto innovativo e fuori dagli schemi, che unisce caratteristiche e funzioni sorprendenti a un prezzo di listino molto interessante.Qualche esempio? Il corpo in lega di magnesio a prova di freddo, polvere e pioggia, il sensore da 36 Mpixel poggiato su una piattaforma mobile che offre stabilizzazione a 5 assi in-camera, l'originale meccanismo di articolazione del display posteriore, la funzione Pixel Shift Resolution, l'anti-aliasing "virtuale" e personalizzabile, il GPS con bussola integrata che offre la funzione AstroTracer...
Per gli utenti Pentax, queste funzioni non rappresentano novità assolute - non tutte, perlomeno. Gli utenti di K-3 II, in particolare, hanno già avuto un ampio assaggio delle più recenti innovazioni introdotte da Ricoh. Per la prima volta, però, queste innovazioni si vedono su una reflex 35mm, il che è doppiamente interessante, per due tipi diversi di pubblico. Da un lato, troviamo i possessori di sistema Pentax, per i quali la K-1 è un acquisto che è possibile fare a occhi chiusi. Dall'altro, troviamo i nuovi utenti alle prese con la scelta del primo sistema fotografico, o principianti che già dispongono di un corpo APS-C concorrente, corredato magari con una o pochissime ottiche di livello base, e desiderano passare al Full Frame; anche per questi utenti la K-1 può essere una tentazione forte: con un prezzo di listino pari a circa 2000 Euro, infatti, e rispetto alle Full Frame equivalenti di Canon e Nikon (D810, 5D Mark III o 5Ds), il corpo Pentax è abbastanza conveniente da giustificare l'abbandono di un piccolo corredo eventualmente già in proprio possesso.
A prima vista, diciamolo francamene, la Sony A6300 non colpisce l'immaginario. Appare come una delle tante mirrorless con sensore formato APS-C: compatta, molto discreta se utilizzata con ottiche non ingombranti, e certamente ben realizzata, con materiali che appaiono subito di ottima qualità; pochi, però, direbbero che si tratta di una fotocamera ad alte prestazioni. Eppure, la A6300, partendo dalla già ottima base della precedente A6000, vanta specifiche e caratteristiche da far tremare le ammiraglie reflex - AF a rilevazione di fase su 425 punti che coprono di fatto l'intera area inquadrata con una densità elevatissima, capacità di tracking avanzate, cadenza di scatto che arriva a 11 fps, video 4K...
Il know-how Sony nella costruzione di sensori compatti ad alte prestazioni ha prodotto un 24,2 Mpixel con cablaggio in rame ad alta densità che espande l'area utile disponibile per i fotoricettori, così nonostante il formato ridotto, la gamma ISO arriva a 25.600 ISO (51.200 in estensione) e promette una buona qualità d'immagine anche in condizioni di luce non ottimali. Naturalmente, le reflex top-di-gamma per fotografia sportiva offrono più di un corpo macchina - dietro di loro c'è un collaudato sistema fotografico che il professionista difficilmente sceglierà di abbandonare. La Sony A6300 però, con dei limiti ma anche con alcuni vantaggi rispetto alle reflex top di gamma, porta a un pubblico molto ampio la possibilità di ottenere (con facilità) risultati fino a poco tempo fa impensabile nella fotografia dinamica. Il prezzo ufficiale al momento della prova è pari a 1300 Euro per il solo corpo macchina (ILCE-6300) oppure 1500 Euro per il kit con obiettivo Power Zoom 16-50mm (ILCE-6300L).
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I portatili sono macchine estremamente versatili, sempre più apprezzate dai consumatori nella loro declinazione 2-in-1 e perfetti per chi intende utilizzare applicazioni ed ai servizi desktop in mobilità. Esiste, tuttavia, uno specifico settore di impiego in cui il portatile mostra in maniera evidente i propri limiti nei confronti dei PC desktop, ovvero il gaming. Si tratta di un’attività che richiede un’elevata potenza di calcolo e che mette sotto torchio CPU, GPU, SSD e RAM come altre applicazioni – si pensi al web browsing e a quelle di produttività personale – fanno in maniera molto inferiore. Le opzioni per il videogiocatore che intende coltivare la propria passione lontano da un sistema desktop diventano, quindi, sostanzialmente due: scendere a compromessi sul fronte delle prestazioni (opzione che i videogiocatori più appassionati mal digeriscono) o rivolgersi a prodotti specializzati, caratterizzati da soluzioni tecniche espressamente progettate per far esprimere al meglio la componentistica integrata nel portatile.
La strada per ottenere prestazioni elevate con un portatile da gioco, infatti, non passa solo per l’integrazione di componenti di per sé prestanti, ma richiede necessariamente l’adozione di soluzioni progettuali che permettono, ad esempio, di dissipare adeguatamente il calore prodotto, assicurando prestazioni costanti anche durante sessioni di gioco prolungate. Il tale categoria di prodotti si colloca l’ASUS ROG G752VY, un modello appartenente alla linea ROG del produttore taiwanese che rappresenta una solida certezza nel mercato dei portatili ottimizzati per il gaming. Il biglietto da visita è rappresentato da un ampio display da 17,3” con supporto a G-SYNC e risoluzione FullHD nell’esemplare in prova (ma disponibile anche in versione 4K), processore Intel Core i7 6700HQ di sesta generazione, un generoso quantitativo di memoria RAM DDR4 pari a 32GB 32GB (che può essere ulteriormente ampliata sino a 64GB) e un comparto storage comprendente 2 SSD PCI-E NVMe da 256GB di produzione Samsung (MZVPV256HDGL) in formato M.2 2280 per una capacità complessiva di 512GB, e in un hard disk meccanico da 1TB a 7200 giri.
Chiude il quadro la scheda video Nvidia GeForce GTX 980M, che, in attesa dell’arrivo delle prime soluzioni basate sulla nuova architettura Pascal, è tra le più potenti schede video destinate ai portatili attualmente disponibili sul mercato – al di sopra si trova esclusivamente la GTX 980 (non M) adattata all’utilizzo con i notebook. Fiore all’occhiello del progetto è costituito dal sistema di dissipazione del calore 3D Mobile Vapor Chamber, ovvero un sistema a camera di vapore risultato molto efficiente, come si dirà diffusamente in seguito In sintesi, si tratta di un profilo hardware che, pur mettendo in primo primo piano il gaming, anche grazie ad una soluzione per lo smaltimento del calore particolarmente curata, rende, al tempo stesso, l’ASUS ROG G752VY una macchina adatta a svolgere attività anche molto complesse per un portatile, come il video editing e il rendering, con prestazioni che non si discostano eccessivamente da quelle dei PC desktop più potenti. Il portatile, al tempo stesso, riconferma l’appartenenza ai portatili da gioco di fascia alta, riproponendo quella che può essere considerata una sorta di ‘’cifra stilistica” di tali prodotti, ovvero un design che non rischia di passare inosservato e che, complice anche la stazza non certamente da peso piuma, fa percepire il ROG come una macchina grande, potente e pronta ad infrangere la fatidica soglia dei 60 fotogrammi al secondo anche con i titoli recenti.
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Non è ovviamente un prodotto progettato per vivere a lungo lontano dalla scrivania, sia per la mole, sia per una durata della batteria, che va incontro a fisiologici limiti quando si spinge eccessivamente l’acceleratore sul fronte del gaming. Un portatile dalle dimensioni così ampie, al tempo stesso, ripaga sul fronte della connettività che non rinuncia a nulla: sono presenti infatti jack per le cuffie da 3.5 mm, connettori per microfono e ingresso audio, una porta USB Type-C, quattro porte USB 3.0, connettore Mini Displayport, connettore HDMI in formato standard, connettore LAN e lettore ottico (DVD Super-Multi) Come per ogni innovazione capace di plasmare il futuro di un segmento di mercato, all'IFA di Berlino, edizione 2011, Samsung annunciava Galaxy Note ottenendo in risposta grandi applausi misti ad altrettante critiche. Con una diagonale da 5,29 pollici per il suo display Super AMOLED il primo Galaxy Note appariva pachidermico rispetto agli altri prodotti presenti allora sul mercato. In termini di paragone Galaxy S II, che ai tempi sembrava mastodontico, aveva una diagonale da ben 1 pollice inferiore pari a 4,29". Inutile dire oggi che la serie Galaxy Note si è rivelata un enorme successo di critica e di pubblico, soprattutto quando negli anni a venire Samsung rilasciava le diverse iterazioni, sempre a fine anno, e sempre al fine di rappresentare la punta di diamante della propria produzione. http://www.batteria-portatile.com/toshiba.html http://www.batteria-portatile.com/toshiba.html
Le caratteristiche basilari dei prodotti della famiglia sono sostanzialmente sempre quelle, ormai da diverse generazioni: grande display, grande autonomia, compatibilità con l'immancabile S-Pen. Il tutto per solleticare i gusti dell'utenza business, lasciata dal lancio di iPhone fino al 2011 un po' in disparte da parte dei diversi colossi del settore degli smartphone. Alla fine, grazie alle caratteristiche tecniche sempre all'avanguardia per la categoria, Samsung è riuscita a ritagliare alla sua famiglia Galaxy Note un grande spazio anche all'interno dell'utenza consumer, del pubblico di massa, e nel corso degli anni non è stato difficile osservare il cosiddetto "phablet" di Samsung nelle mani di giovani, adolescenti, e di utenti in generale che non potremmo definire appartenenti alla categoria "business".
Questo non senza passi falsi: come per ogni dispositivo innovativo, la versione originale del 2011 non era esente da difetti. Il display SuperAMOLED aveva una gestione dei grigi non proprio ottimale, soffriva di memory leak e i vari aggiornamenti software sono riusciti nel tempo a colmare solo in parte i difetti di gioventù del dispositivo. L'anno successivo, a circa un anno di distanza dal rilascio del primo modello, Galaxy Note 2 risolveva i difetti del dispositivo raddoppiando la RAM (che passava a 2GB), migliorando il display e riportando un valore molto elevato per quanto concerne l'autonomia operativa. Le ottime capacità del secondo modello venivano bissate e ulteriormente rifinite con i modelli successivi, Galaxy Note 3 e 4, fra i preferiti ancora oggi degli utenti appassionati.
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